Avellino, Italia – Un silenzio carico di emozione ha avvolto lo Stadio Partenio-Adriano Lombardi oggi, quando il tempo sembrava essersi fermato. Al centro dell’attenzione, con gli occhi lucidi e la voce tremante, Thiago Rangel Cionek, difensore centrale di 39 anni, ha annunciato il suo addio all’US Avellino. Dopo due stagioni da colonna della squadra, il suo commovente discorso ha segnato la fine di un’era per i tifosi biancoverdi.
«Avellino… è stata casa mia», ha esordito il centrale polacco-brasiliano. «Ma l’età e il mio fisico mi stanno mandando segnali chiari. È arrivato il momento di fermarmi. Mi mancherà indossare questa maglia ogni domenica.» L’applauso scrosciante dei presenti ha accompagnato lacrime sincere, mentre sui social l’hashtag #GrazieThiago è diventato subito virale.
Un leader rispettato dentro e fuori dal campo
Nato il 21 aprile 1986 a Curitiba, in Brasile, e naturalizzato polacco, Cionek vanta 21 presenze con la Nazionale polacca tra il 2014 e il 2018. La sua carriera lo ha portato in Italia in club come Padova, Palermo e SPAL, prima dell’approdo ad Avellino nel 2023, dove è diventato subito un pilastro della difesa.
Nella stagione 2024–25 di Serie C ha collezionato 39 presenze e 1 gol, contribuendo in modo decisivo alla vittoria del girone e alla promozione del club. Il tecnico Raffaele Biancolino lo ha più volte definito “l’anima silenziosa dello spogliatoio”.
La conferenza stampa dell’addio
Nella sala stampa del centro sportivo “Selva Piana”, Cionek ha parlato con sincerità e maturità: «Potrei giocare ancora un altro anno, ma preferisco lasciare mentre sono ancora all’altezza. Grazie a tutti: compagni, staff, tifosi. Avellino mi ha accolto come un figlio.»
Accanto a lui, il presidente Angelo Fiorella ha aggiunto: «Thiago ci ha dato classe, dedizione e cuore. Siamo orgogliosi di averlo avuto con noi. Resterà per sempre parte della famiglia Avellino.»
L’omaggio dei tifosi
Pochi minuti dopo l’annuncio, la Curva Sud ha srotolato uno striscione gigantesco con scritto: “CIONEK 39 – EROE VERDE-BIANCO”. Le lacrime hanno preso il posto delle parole. Nei bar del centro si è registrato il tutto esaurito di sciarpe e gadget celebrativi.
I tifosi hanno lanciato una raccolta fondi per finanziare un murale dedicato al difensore sul muro esterno dello stadio. Tra i tanti messaggi ricevuti: «Ci ha insegnato cosa vuol dire essere leader» e «È stato la colonna portante della nostra difesa».
Le conseguenze tecniche
L’addio di Cionek rappresenta una sfida importante per il reparto arretrato. Il direttore sportivo Luca Rossi ha commentato: «Non era solo un difensore: era l’organizzatore della linea, il punto di riferimento. Rimpiazzarlo non sarà facile.» Il club starebbe valutando come alternative interne Andrea Cagnano (26 anni) e il più esperto Daniele Liotti (29), ma non è escluso l’arrivo di un rinforzo da un’altra categoria.
Biancolino ha aggiunto: «La sua calma, la lettura del gioco, la leadership silenziosa… ci mancheranno. Ma il suo esempio continuerà a vivere nei giovani.»
Il futuro di Cionek
Cionek ha confermato di non voler ancora appendere gli scarpini al chiodo del tutto: «Alcuni club di Serie D mi hanno contattato, e c’è anche l’idea di restare qui come tecnico del settore giovanile. Prima, però, ho bisogno di riposarmi e riflettere.»
Il suo agente ha dichiarato che ci sono stati contatti anche con alcune società polacche, ma il giocatore ha precisato: «Non cerco più gloria, ora voglio restituire ciò che il calcio mi ha dato.»
Un’eredità da ricordare
In sole due stagioni, Cionek ha lasciato un segno indelebile. Difensore affidabile, uomo spogliatoio, punto di riferimento. Ha guidato Avellino alla promozione e ha saputo entrare nel cuore dei tifosi con professionalità e umanità.
A 39 anni, saluta non per un infortunio, ma per scelta consapevole. Un gesto raro che ha commosso l’intera città. Le sue opere benefiche, la presenza costante nelle scuole e nei centri sportivi locali, resteranno nel tempo.
Considerazioni finali
L’addio di Thiago Cionek non è solo una questione sportiva, ma umana. Avellino perde un difensore di valore, ma guadagna un simbolo per sempre. La società dovrà ripartire, ma il ricordo delle sue chiusure perfette, dei suoi sorrisi a fine partita, e delle sue parole sincere resteranno impressi nella memoria collettiva.